Mentre l’hashtag #25novembresempre incominciava a popolare di post i nostri social, Federica si preparava ad accogliere le piccole e i piccoli più mattinieri del pre-scuola. Come ogni giorno aveva intenzione di proporre un’attività non impegnativa ma allo stesso tempo interessante. Quello che segue è il racconto del pre-scuola presso la Primaria Rodari di Monza nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Federica Spicci è un’educatrice e in META si occupa da quest’anno del servizio pre-post nelle scuole Rodari e Don Milani di Monza.
Federica ha iniziato col chiedere al gruppo se sapesse che giornata fosse quella del 25 Novembre e i più grandi hanno saputo rispondere, ma erano poco informati sull’argomento. Erano riusciti a inquadrare il tema, forse ascoltando radio e tv, o forse ascoltando le conversazioni degli adulti. Tuttavia non hanno saputo dire esattamente perché si festeggiasse. Federica a quel punto ha spiegato loro il significato della ricorrenza in un modo leggero, comprensibile e adatto alla loro età.
Non si può veramente fare male utilizzando un fiore per colpire… e allora che cosa significa veramente questa frase?
Federica, educatrice META
Federica ha poi proposto la realizzazione del fiore rosso di carta e i bambini ne sono stati entusiasti. “E poi cosa facciamo con questo fiore?” ha chiesto una bambina. “Lo regaliamo alla mamma” ha risposto un’altra. “Regaliamoli alla mamma, ma anche al papà, loro non si toccano neanche con un fiore”.
Questo classico adagio che conosciamo dai tempi delle nostre nonne ha colpito molto il gruppo. “Non si può veramente fare male utilizzando un fiore per colpire… e allora che cosa significa veramente questa frase?” ha continuato Federica per alimentare la discussione, mentre i piccoli si dedicavano a costruire i loro fiori di carta. A questo punto ha incominciato ad emergere una consapevolezza diffusa su quello che era veramente importante: il tema della scelta, del bene e del male come è stato descritto da alcuni. Secondo i bambini è una scelta quella di picchiare, fare del male o umiliare. “Non importa se il fiore fa poco male, l’importante è che non si deve picchiare” ha detto qualcuno mentre concludeva il fiore che avrebbe poi portato con sé a casa.
Si è parlato anche di emozioni, soprattutto della rabbia. Tutti i bambini si sono potuti riconoscere nella difficoltà di gestire questo sentimento: impetuoso, difficile da controllare, che può portare a intraprendere comportamenti aggressivi. “È molto difficile riuscire a capire qual è la cosa giusta da fare quando si è arrabbiati” hanno convenuto tutti.
La campanella della lezione stava per suonare quando un bambino ha posto a Federica la domanda più semplice e più difficile: “Ma perché violenza sulle donne?”. Da questo spunto il discorso si è ampliato sulla parità di genere, che cosa vuol dire essere diversi ma anche poter avere uguali possibilità e opportunità. Uguali diritti.
Le donne subiscono di più, hanno subìto violenza fin dal passato e va ricordato, perché più ne si parla più siamo in grado di evitare che riaccada.
Bambina al pre-scuola
Qualcuno ha fatto notare che in realtà anche la violenza sugli uomini è aumentata e che le feste “della mamma”, “della donna”, “contro la violenza sulle donne” sono solo per le femmine e che di quello che riguarda i maschi si parla poco.
Una bambina ha risposto: “Le donne subiscono di più, hanno subìto violenza fin dal passato e va ricordato, perché più ne si parla più siamo in grado di evitare che riaccada”.
C’è stato infine giusto il tempo per un ultimo pensiero prima della campanella della prima ora. “Non è il genere, non è l’essere uomo o l’essere donna a renderti violento, ma la scelta di chi vuoi essere nel bene e nel male” ha concluso un bambino cercando di riassumere i pensieri di tutti.
Il pre-scuola del 25 novembre era appena finito e una nuova mattinata a scuola attendeva il gruppo del pre. Con qualche fiore rosso di carta in più e tanti pensieri elaborati e condivisi insieme. #25novembresempre